1. Terreno.
Il fagiolino necessita di terreni ben drenati, ben livellati e con tessitura media tendente al sciolto, con pH fra 6,5 e 7.5, e con calcare attivo inferiore al 10%.Il livellamento del terreno e il suo l'amminutinamento sono fondamentali per garantire una buona uniformità di emergenza e quindi una contemporaneità di maturazione. Per preparare il letto di semina è quindi sufficiente un'aratura non molto profonda (30 - 40 cm.) seguita da una o più erpicature per sminuzzare le zolle del terreno e per livellarlo.
2. Concimazione.
Un buon piano di concimazione non può prescindere da un'analisi del terreno così da conoscere in maniera ottimale cosa effettivamente bisogna apportare alla coltura. In linea generale in terreni dotati di media fertilità, si apportano in pre-semina, circa un mese prima, o circa 100 - 120 unità di fosforo (P2O5 Anidride Fosforica), mentre per il potassio (K2O Ossido di Potassio) si interviene solo per accertata necessità. Per quello che riguarda la concimazione azotata si interviene in corrispondenza della sarchiatura con 50 - 70 unità (CaNO3 Nitrato di Calcio oppure NH4NO3 Nitrato Ammonico) solo se le piante hanno uno sviluppo rallentato, specie nelle semine primaverili.. Buoni risultati si ottengono anche con concimazioni fogliari a base di macro e microelementi, in aggiunta con acidi umici. Sono da evitare le concimazione ureiche, e in ogni caso i grandi apporti di azoto che provocano uno sproporzionato sviluppo delle foglie e del fusto, con conseguente allettamento della pianta e maggiori difficoltà per la raccolta meccanica. La concimazione organica (letame, pollina e prodotti commerciali), se necessaria deve essere fatta con notevole anticipo, in maniera da dar tempo alla sostanza organica di essere mineralizzata.



3. Semina.

Si procede quindi alla semina che deve essere possibilmente effettuata con una seminatrice pneumatica di precisione, con una distanza fra le file standardizzata in 45 cm. e una sulla fila dai 4 - 5 cm., in maiera che per ettaro siano sufficienti kg. 100 - 115 di seme. Ultimamente sono comparse confezioni di seme da 100.000 e 20.000 unità, che evitano calcoli empirici da parte dell'agricoltore. La profondità di semina non deve essere superiore ai 3 cm., causa un aumento di giorni da parte della piantina per uscire dal terreno e una conseguente disformità di emergenza. E' considerata buona norma, far seguire alla semina una rullatura, in maniera da far aderire le particelle del terreno ai semi.


4. Diserbo.
Il ciclo breve della coltura crea non pochi problemi relativamente al controllo delle infestanti in quanto le malerbe possono risultare diverse a seconda dell'epoca di semina e perchè la disponibilità di prodotti erbicidi è limitata a pochi principi attivi. Generalmente si applica trifluralin in pre-semina (con un leggero incorporamento del prodotto) o in pre-emergenza con un'irrigazione immediatamente successiva. Questo intervento risulta essere efficace sia per il controllo delle graminacee sia per le infestanti a foglia larga. In pre-emergenza si può intervenire con una miscela di trifluralin+linuron , dotata di un ampio spettro di azione e di buona selettività: la riuscita del trattamento in pre-emergenza risulta di fondamentale importanza per il buon esito della coltura, poichè non si dispone di altri principi attivi ammessi in post-emergenza. Per la lotta alle graminacee è possibile intervenire con graminicidi specifici, anche se tali interventi sono da considerarsi poco diffusi. Pratica invece abbastanza diffusa sono le lavorazioni nell'interfila, per il controllo delle malerbe, quando la coltura, con particolare riferimento all'apparato radicale, non si è ancora espansa.